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Trento, 12 luglio 2017
«Candidature, bene l’apertura di Rossi»
Boato: «Non spetta al centrosinistra auspicare l’unità degli avversari. Politiche? Preoccupano»
intervista a Marco Boato del Corriere del Trentino di mercoledì 12 luglio 2017

L’astensionismo, una legge elettorale ancora da definire e l’esito delle prossime politiche. L’ex parlamentare Marco Boato non nasconde le preoccupazioni per il futuro dell’Autonomia.

Professore, il presidente Rossi si dice disponibile a nuove primarie, a cui Pd potrebbe voler partecipare per riprovare a conquistare la leadership della coalizione, mentre per il senatore Panizza sono rischiose e insensate. Lei cosa ne pensa?

«Dieci anni fa, nel corso di un dibattito, proposi a nome dei Verdi che si decidesse subito di confermare Dellai come candidato unitario, senza primarie. La mia proposta fu accettata, ma Dellai non ricambiò i Verdi per la loro correttezza e li estromise dalla giunta. Oggi la situazione è diversa, per le fibrillazioni nel Pd e nell’Upt. Trovo quindi importante e positiva la disponibilità di Rossi».

Rossi si dice anche preoccupato per le possibili ricadute negative delle prossime politiche. Sono timori fondati?

«Lo scenario delle prossime elezioni politiche è fortemente preoccupante. Il Pd con Renzi ha fatto saltare ogni accordo sulla legge elettorale per l’approvazione dell’emendamento sui collegi elettorali del Trentino-Alto Adige. Non considero quel voto lesivo dell’Autonomia ma è un gravissimo pretesto che ha riportato in alto mare. Il rischio, non solo per l’Autonomia, è che il Pd da solo lasci campo libero al possibile successo del M5s o del centrodestra unito, se ci sarà».

A tal proposito, Rossi auspica proprio un centrodestra unito in vista delle prossime provinciali. È fattibile?

«Non farei simili auspici. Il centrodestra in Trentino è sempre stato frammentato e non compete al centrosinistra autonomista auspicarne l’unità. La forza dell’attuale maggioranza, anche per il futuro, deve consistere nella propria capacità di allargarsi, rilanciandosi sul terreno politico e programmatico in modo unitario, senza ripetere gli errori che il Pd sta commettendo a livello nazionale. Di questo “rilancio” si è discusso a lungo nella coalizione, immaginando appuntamenti pubblici che finora sono stati procrastinati: un grave errore e una mancanza di fiducia in se stessi».

È preoccupato di una possibile crescita dell’astensionismo anche in Trentino?

«Sono molto preoccupato, non solo per il Trentino ma per l’Italia intera. Basti guardare alle recenti amministrative e ricordare che persino in Emilia Romagna nelle ultime regionali aveva partecipato al voto solo il 38% degli elettori. L’astensionismo non si combatte con gli sterili inviti al voto, ma rispondendo positivamente alle esigenze della società civile e superando il “gap” crescente tra cittadini, forze politiche e istituzioni. È questa la sfida principale per l’immediato futuro, sia per le elezioni politiche che per quelle provinciali, le due imminenti scadenze del 2018».

 

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